Banco dei pegni: conviene impegnare oggetti preziosi?

di | 30 Aprile 2016

Numeri contrastanti quelli pubblicati da Bankitalia sulle condizioni dell’economia del nostro paese e per il settore finanziario. L’Italia, come si legge nel rapporto, starebbe attraversando un periodo di nuova stabilità economico finanziaria, anche se alcuni segnali restano negativi. E’ il numero di fallimenti di imprese a preoccupare gli esperti mentre, d’altra parte, sta diminuendo l’indicatore di vulnerabilità delle aziende. Sostanziale aumento anche della redditività del settore bancario, anche se i numeri appaiono inferiori a quelli delle banche europee. Ma è il settore dei prestiti e dei pegni che sta conoscendo un nuovo aumento. Si tratta di un fenomeno positivo per gli operatori, ma sintomatico di come la situazione per le famiglie nel nostro paese non sia ancora ottimale.banco dei pegni

E’ il pegno di materiali in oro che sta conoscendo una nuova impennata negli ultimi mesi. Si tratta di un metodo semplice per i consumatori per ottenere denaro liquido in breve tempo. Dal pagamento delle utente telefoniche alla bolletta per luce e gas, il denaro che si ricava con il pegno di oggetti preziosi è spesso destinato a spese urgenti. Ma dietro all’impegno del proprio oro al banco dei pegni, esiste un fattore spesso poco valutato.

Se ufficialmente il banco dei pegni ha l’obbligo di basarsi sul reale valore dell’oggetto portato dal cliente con una valutazione di merito, in molti casi sembra che le cose non vadano sempre così. A rendere noto un sistema spesso opaco, è un servizio realizzato su La7, nel corso della trasmissione “La Gabbia”. Sono le valutazioni fatte allo sportello a non convincere gli esperti. Un esempio lampante viene offerto nel corso della trasmissione con una catenina d’oro dal peso di 17,80 grammi. Il valore viene valutato in 180 euro da parte del proprietario dello sportello più ulteriori dodici euro per gli interesse. Un esperto, invece, controllando da vicino la catenina, ha giudicato il reale valore in 360 euro; il doppio del valore addotto dal banco dei pegni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *