Milano, capitale italiana della Sharing Economy

di | 22 Settembre 2016

Passerelle, abiti e stilisti segnano l’autunno della capitale lombarda. A riempire gli ultimi giorni di settembre vi sono tessuti, celebrities, paparazzi e tutte quelle figure e quei personaggi che hanno contribuito e contribuiscono ad eleggere Milano quale capitale della Moda. Trampolino di lancio per molti stilisti emergenti e palco collaudato per i grandi talenti, la Milano Fashion Week si trasforma in un’immensa vetrina. Televisioni, stampa, radio e social network contribuiscono a portare avanti l’immagine della Milano modaiola sotto il denominatore comune della condivisione.

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E se dovessimo trovare un termine per riassume questo inizio di autunno milanese, altro non può essere se non condividere. Nello stesso periodo, infatti, si potrà assistere alla prima edizione di un altro evento, destinato forse a raggiungere lo stesso successo. Parliamo di #ioCondivido, il primo Festival della Sharing Economy organizzato da Altroconsumo all’interno del castello Sforzesco nell’ultimo weekend di settembre.

Un tema, quello della Sharing economy, che influenza fortemente le abitudini dei milanesi e, più in generale, degli italiani. Secondo un’analisi condotta dall’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori, il numero di italiani che usa metodi di scambio di beni e servizi “condivisi” è infatti in costante aumento.

In un periodo storico ed economico in cui sembra che il legislatore sia impegnato a creare ulteriore caos invece di dare ordinamento alla materia (si pensi alle nuove disposizioni riguardanti la contabilità degli enti locali), il nostro Paese può vantare un primato, questa volta positivo. Secondo quanto si legge nel rapporto, infatti, l’Italia è la prima nazione al mondo ad aver portato all’attenzione del proprio parlamento, nel maggio del 2016, lo Sharing Economy Act. Il provvedimento è volto a disciplinare la piattaforma digitale come luogo di scambio per beni e servizi.

Ci troviamo dunque di fronte ad un Paese, fortemente colpito dalla crisi, che cerca e sperimenta nuove forme di commercio, all’insegna del consumo collaborativo.

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