Pensione sempre più una chimera per gli insegnanti

di | 16 Settembre 2015

Si sa, l’Italia è un paese che sta invecchiando e la scuola italiana è diventata esattamente lo specchio del suo paese. I docenti italiani infatti, sono tra i più anziani di tutti i paesi d’Europa, come riporta la media rilevata nello scorso anno scolastico, di 55 anni di età. Secondo Italia Oggi, l’invecchiamento docente è dato dai 30 mila insegnanti con la media di 64 anni, andati in pensione solo il 1° settembre scorso, sulla media di oltre 700 mila professori di ruolo in totale.

anziani
Purtroppo, non vi sarà alcun ricambio generazionale previsto dalla Buona Scuola di Renzi, poiché i nuovi assunti e precari avranno una media di età tra i 40 ed i 50 anni.  Viene dunque negata la possibilità di un’istruzione più moderna e attuale che un giovane professore può dare ai suoi studenti. Non andrà di certo meglio agli alunni delle scuole primarie, i quali potrebbero avere maestre già nonne, che hanno già visto più di 67 primavere. Conseguenze causate non solo dall’assenza di un numero adeguato di concorsi per la cattedra che avrebbero potuto mandare in pensione un buon numero di docenti, ma anche dalla Riforma Fornero che, cambiando i requisiti di anni di contributi e di età, ha costretto tanti anziani docenti a tenere ancora occupate le cattedre per alcuni anni.

Oltre a queste cause, si aggiunge il fatto che non ci sarà alcuna riforma pensionistica, prevista nella successiva Legge di Stabilità. Sarebbe stato opportuno mandare in pensione anticipata una fascia di docenti dai 62-63 anni con almeno 35 di contributi, a cui andrebbe applicata la riduzione del 3% per ogni anno di anticipo rispetto all’età fissata per la pensione di vecchiaia stabilita dalla Fornero. E ci vorrà ancora tanto tempo prima che le soluzioni proposte dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, basate sul prestito pensionistico e su un ricalcolo delle pensioni con metodo contributivo, vengano applicate.

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